Maestra nel tenere il lettore con il fiato sospeso, Sandrine Collette ci trascina in un’avventura mozzafiato dove le forze soverchianti della natura e la cattiveria dell’animo umano verso i suoi simili non faranno che accanirsi su un uomo che deve ancora imparare cosa significhi essere padre.
Come già con E sempre le Foreste Sandrine Collette immerge il lettore in una natura tanto prorompente quanto indifferente agli esseri umani. Nel corso di pagine sublimi si interroga sull’istinto paterno e sul prezzo di una possibile rinascita.
«Una scrittrice pienamente di oggi, che sa muoversi tra nuove e antiche preoccupazioni, tra nuovi timori e nuove (antiche) speranze». Goffredo Fofi, Il Manifesto
Cosa fa un rude uomo dei boschi quando si trova a doversi occupare di un bambino piccolo?
Liam è un cacciatore, abita in una capanna di legno, si procura da vivere mettendo trappole e seguendo le piste della selvaggina nei boschi di montagna, concia pelli, forgia coltelli, è abituato all’immensità della natura, alla solitudine e al silenzio. La sua vita viene sconvolta quando un orso uccide la moglie. Il figlioletto si salva, ma Liam non può certo portarselo dietro nella foresta: appostamenti e bivacchi non sono cose per un bambino, sarebbe un rischio per il piccolo e un intralcio per l’adulto. Disperato, decide quindi di affidarlo a qualcuno che se ne possa occupare.
Con quest’intento padre e figlio intraprendono un viaggio a cavallo che dalla montagna li porterà in pianura, in città, sulle rive di un lago misterioso e infine di nuovo nella foresta, un viaggio pieno di sorprese in cui niente andrà come previsto…