«Quel dolore lasciato a casa era il loro segreto, lo teneva stretto come si tiene in tasca una chiave. Quella chiave ogni sera apriva il pensiero di lei, e ogni sera lo rimetteva al sicuro».
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Viviamo tutti, sempre, nel momento in cui l'infanzia finisce. E non c'è punto piú intenso da cui possa nascere un romanzo. Dentro questa storia ci sono un bambino come tanti, un dolore che l'accompagna come il piú fedele degli amici e una bambina sottile che si prende cura di loro. Ci sono le ferite degli adulti, stretti tra richieste di risarcimento e protezione. C'è soprattutto la scoperta che la fragilità è una ricchezza. Un bene al mondo è un romanzo unico, una storia universale. Dice una cosa semplice, e lo fa con la forza della letteratura: se non nascondi quello che fa male, la vita ti sorprenderà.
Un bene al mondo racconta di un paesesotto una montagna, a pochi chilometrida un confine misterioso. Un paesecome gli altri: ha poche strade, un passaggioa livello che lo divide, e una ferroviaper pensare di partire.Nel paese c'è una casa. Dentro c'è unbambino che ha un dolore per amico.Lo accompagna a scuola, corre nei boschiinsieme a lui, lo scorta fin dovel'infanzia resta indietro. E ci sono unamadre e un padre che, come tutti i genitori,sperano che la vita dei figli siamigliore della loro, divisi tra l'istinto aproteggerli e quello opposto, di pretendereda loro una specie di risarcimento.Ma nel paese, soprattutto, c'è una bambinasottile. Vive dall'altra parte dellaferrovia, ed è lei che si prende cura delbambino, lei che ne custodisce le parole.È lei che gli fa battere il cuore, cheper prima accarezza il suo dolore.Un bene al mondo è una storia d'amoree di crescita di un'intensità e di unapoesia travolgenti. È una storia universale,perché racconta quanto può esserepreziosa la fragilità se non la rifiutiamo.Basta cercarsi su una mappa, disseminareparole per trovarsi, provare altrestrade e magari perdersi di nuovo.