Questa è una storia che tutti credono di conoscere, e che invece nessuno, prima di Lawrence Wright, aveva raccontato. Parla di un saudita non poi così ricco, né così carismatico, né così brillante, che l’incontro con un medico egiziano ha trasformato nell’immagine stessa del terrore globale; di una vicenda ormai molto lunga, nata alla lettera dalle pagine che il padre fondatore del jihad moderno, Sayyid Qutb, scrisse dopo il suo soggiorno americano negli anni Quaranta; di un progetto vagheggiato fra i campi di al-Qaeda in Sudan e le montagne afghane, e a lungo ritenuto irrealizzabile; dei sospetti che il complicato reticolo di mosse destinato a realizzarlo ha suscitato nell’investigatore più spregiudicato e tenace dell’FBI, John O’Neill; della frenetica corsa contro il tempo di O’Neill per impedire un attentato che poteva essere impedito; della sua sconfitta, e della sua beffarda morte proprio nel crollo delle Torri Gemelle. Di tutto questo, e di innumerevoli altre vicende e figure altrettanto appassionanti, è intessuta la scrupolosa, illuminante ricostruzione di Wright – dove per la prima volta vediamo quelli che fin qui erano solo nomi assumere un volto, muoversi, parlare.