La filosofia, per promuovere oggi una vita buona, deve recuperare la sua antica vocazione alla cura. Diversamente da altri approcci alla salute, sviluppati in ambito medico e sanitario, la “terapia dell’esistenza”, che una filosofia rinnovata offre all’uomo contemporaneo, consiste in una cura costante e consapevole della propria presenza al mondo. Nel registrare con inquietudine i mutamenti epocali che la globalizzazione economica sta innescando sul piano psichico e relazionale, la vocazione terapeutica della filosofia si pone al crocevia tra critica radicale dell’esistente e trascendenza delle pretese egoiche alimentate dalla società dello spettacolo. I due saggi proposti dall’autore esplorano il potenziale trasformativo di una ricerca di senso che, in dialogo con le psicologie del profondo, l’antropologia e l’etnopsichiatria, getti le basi per una conversione dello sguardo e dell’azione capace di incidere sul malessere dei nostri tempi.