“Perché scrivere un libro sulla penetrazione? Perché è un argomento talmente presente da risultare invisibile. E poi perché vorrei che il mondo udisse tutto quello che molto spesso viene taciuto. Vorrei che se ne discutesse, che servisse come spunto di riflessione per arrivare a considerare la sessualità un elemento della fantasia umana, ma anche della cultura, dell’arte e della politica. Vorrei far conoscere le difficoltà, la paura di sentirsi anormali, il disprezzo per tutto quello che è diverso.” Un pamphlet per rivendicare il diritto alla ricerca di una sessualità che non si basi esclusivamente sulla penetrazione, considerata un dogma imposto dalla società capitalista e patriarcale in quanto finalizzata alla riproduzione, e scoprire nuove zone erogene e forme di erotismo più appaganti. Martin Page non approccia tematiche ben note (la critica della fallocrazia e delle sue pratiche, la “scoperta” del clitoride) in modo antropologico, né medico-scientifico, bensì pragmatico e dibatte su una questione che, pur essendo sulla bocca di tutti, in realtà, dietro la maschera di divertita eccitazione, è dominata da un profondo conformismo conservatore.