Testo a fronte Entra nella palude buia dove la lunga attesa ha fine. Il fagotto scivoloso, segreto, cade tra le erbacce. Piega il collo lungo e lo lecca tra due respiri indeboliti dalla spossatezza e dopo poco lui si alza e diventa una creatura come lei, ma molto piú piccola. Quindi adesso ce ne sono due. E camminano insieme come un sogno sotto gli alberi.
Primitivo americano è un libro dionisiaco, dell'abbandono all'eccesso della fame, della gola e del desiderio; ed è un libro dell'esultanza per l'immersione nella proliferazione disordinata e incontrollabile della natura, di cui la poeta si appropria a piene mani in un gesto liberatorio e sempre legittimo. Le poesie celebrano sensazioni fisiche primordiali come la percezione del pericolo del freddo estremo o dell'appagamento assoluto nel nutrirsi di altra materia naturale che è al tempo stesso diversa e uguale a sé, come il miele o la carne di un pesce che si è ucciso. Oliver mette in scena sia la metamorfosi del non-umano in umano - quando, folgorata dalla meraviglia, descrive una cerva che partorisce come una donna bellissima - sia dell'umano nel non-umano, quando descrive se stessa come un orso che rapina un favo di miele o se ne riempie la bocca con una grossa zampa. Coinvolge il lettore nella condivisione di aree indistinte di esperienza dell'umano e del non-umano su terreni di coabitazione come quello della palude, dove la tentazione di cedere all'istinto di fusione con la materia, con il suo farsi e disfarsi inarrestabili, il suo perenne divenire informe e multiforme, sfociano in una condizione pre-identitaria in cui l'origine e la destinazione di ogni cosa creata si incontrano.
dall'Introduzione di Paola Loreto