Dagli albori dei tempi moderni fino alla metà del XX secolo, le società occidentali hanno discusso del cambiamento climatico, delle sue cause e dei suoi effetti sugli equilibri ecologici, sociali e politici. All'epoca non ci si preoccupava ancora per le emissioni di CO2 o per l'effetto serra. Eppure, si sapeva che l'abbattimento delle foreste e la trasformazione del pianeta avrebbero modificato le piogge, le temperature e le stagioni. Ovunque la storia abbia fatto passi da gigante, la questione del cambiamento climatico si è insinuata in maniera preponderante: dai conquistatori del Nuovo Mondo ai rivoluzionari del 1789, dagli studiosi e dai tribuni politici del XIX secolo agli imperialisti europei in Asia e in Africa, fino alla Seconda guerra mondiale. Questa magistrale indagine racconta per la prima volta le ansie e le speranze delle società che, sottoposte ai capricci del cielo, pensano e anticipano il cambiamento climatico. "Le rivolte del cielo. Una storia del cambiamento climatico, XV – XX secolo" illustra inoltre come la trasformazione del clima sia stata al centro di dibattiti fondamentali su colonizzazione, Dio, Stato, natura e capitalismo, mettendo in luce come da queste battaglie siano emersi alcuni concetti chiave della scienza e della politica ambientale contemporanee. Se, per un breve periodo di tempo, l'industria e la scienza hanno instillato in noi la rassicurante illusione di un clima impassibile, in tempo di riscaldamento globale, dobbiamo affrontare ancora una volta le rivolte del cielo.