L'arte di calcolare il tempo, di prendersi il proprio tempo, al giorno d'oggi è un'arte sempre più ardua da praticare, a causa dei nuovi mezzi tecnologici che ci fanno vivere in un mondo di spontaneità immediata, ma la relazione fra le persone richiede tempo. Prendere del tempo significa "non incalzare", "non andare di fretta", ma anche "prendere in mano il tempo", "gestirlo", "padroneggiarlo". Questo libro mette in scena un dialogo serrato in cui il critico letterario Filippo La Porta incalza il famoso "etnologo nel metrò" sugli enigmi della contemporaneità. Muovendo dai "nonluoghi" che costellano le nostre vite (centri commerciali, sale d'attesa, aeroporti, stazioni, supermercati, ecc.) Marc Augé ci conduce nel fitto intrico di questioni che abitano il mondo globale: le nuove forme di socialità, l'identità e la memoria, la solitudine e la relazione, i giovani e i social network, il ruolo della comunicazione e del consumo, il progresso tecnologico e la scienza. Al cuore di questa intensa riflessione appare, improvvisamente, un testo che viene dal passato: L'educazione sentimentale di Flaubert