Se i promessi sposi è uno dei capolavori della letteratura italiana, Manzoni è lo scrittore che più di ogni altro rifiutò di essere "all'italiana". Scelse un genere disprezzato come il romanzo e un secolo deriso come il Seicento, ma soprattutto scelse una lingua nuova, che facesse parlare i grandi della terra e la gente del popolo, che potesse descrivere guerre, pestilenze e conversioni senza enfasi né artificio. Fu così che il romanzo, che secondo Vincenzo Monti era "troppo dotto per gli umili e troppo umile per i dotti" e non avrebbe avuto alcuna fortuna, diede forma nazionale alla lingua di un'Italia non ancora unita.