Con I Promessi sposi, testo cardine della nostra letteratura, si inaugura in Italia il romanzo storico (genere nato con opere come Waverley e Ivanhoe entrambe dello scozzese Walter Scott). Lunga, complessa e soprattutto nota è la gestazione del libro: dal Fermo e Lucia fino ad arrivare alla versione definitiva (la cosiddetta edizione quarantana). L'ambientazione nella Lombardia seicentesca governata dagli spagnoli è in realtà un sotterfugio per non parlare apertamente degli austriaci, padroni nell'Ottocento del lombardo-veneto. Manzoni ci conduce per mano in una vicenda avvincente dove storia, amore, tradimento, religione si mescolano sapientemente. Nutrita e popolare la galleria di personaggi che si incontrano nel corso della lettura tutti, principali e minori, descritti con dovizia di particolari. Don Abbondio, l'Innominato, la monaca di Monza, don Rodrigo, il dottor Azzecca-garbugli, tanto per citarne alcuni, fanno ormai parte dell'immaginario collettivo alla stregua delle variopinte maschere di Carnevale. La peste poi, simbolo dei mali del mondo, viene infine lavata dalla pioggia purificatrice ovvero dalla Provvidenza divina. Allora non mi resta che augurarvi buona lettura con questo classico senza tempo.
Alessandro Manzoni nasce a Milano nel 1785. Scrittore, poeta e drammaturgo prolifico è, senza dubbio, fra gli autori italiani più studiati e letti (specialmente a scuola). Nei nostri programmi scolastici, infatti, la lettura di tragedie come l'Adelchi e Il Conte di Carmagnola o di componimenti poetici come Il cinque maggio (scritto in occasione della morte di Napoleone) e Marzo 1821 è tutt'ora imprescindibile. Nipote in linea materna di Cesare Beccaria, del quale abbiamo già riproposto il celebre Dei delitti e delle pene, Manzoni vive l'intero arco delle sua esistenza con uno sguardo sempre rivolto ai mutamenti politici e storici in atto nel suo amato Paese (siamo in piena epoca risorgimentale). Muore a Milano il 22 maggio 1873.