«Fa riflettere e infuriare, coinvolge, emoziona: un romanzo che si legge d'un fiato.»
Stephen King
Boston, estate 1974. Per contrastare le discriminazioni e l’odio fra le etnie, le autorità impongono a molti ragazzi delle scuole frequentate dagli afroamericani di trasferirsi nelle scuole dei bianchi e viceversa, alimentando tensioni e proteste.
È in questa estate torrida e tumultuosa che Mary Pat Fennessy precipita di nuovo nell’inferno. Quarantadue anni passati fra le case popolari dell’enclave irlandese-americana di Southie, ha perso il primo marito giovanissima, e poi un figlio per overdose. Ora le resta solo l’adorata figlia Jules, un fiore di diciassette anni.
Ma una notte, dopo un’uscita con gli amici, Jules non rientra a casa.
Quella stessa notte, un ragazzo nero viene trovato morto sulla banchina della metropolitana del loro quartiere. Cosa ci faceva all’alba in una zona di bianchi? E soprattutto, perché nessuno sa dov’è Jules? I due eventi hanno forse un legame?
Cercando una risposta a queste domande, Mary Pat inizia un viaggio alla ricerca della verità. Un viaggio che diventa sempre più angoscioso e animato da una rabbia furente.
Perché Mary Pat è una madre, e una madre è disposta a tutto pur di ritrovare la propria figlia, anche a porre domande giuste alle persone sbagliate, infastidendo il boss della mafia irlandese Marty Butler. Finché, tappa dopo tappa, la sua ricerca disvela abissi di verità impensabili...
Narrato con un profondo senso del tragico, ma illuminato dalla fiamma della speranza persino nei momenti più bui, questo romanzo è stato definito dal New York Times «un capolavoro che dimostra quanto il passato riesca a forgiare il nostro presente». Un’opera ipnotica e struggente che solo l’autore di Mystic River poteva scrivere.