A cura di Sergio Campailla
Edizioni integrali
Uno, nessuno e centomila segna l’altissimo epilogo della tensione narrativa di Pirandello e costituisce uno degli esiti più nuovi della letteratura del Novecento. All’interno dell’accidentata geografia di naufragi esistenziali di cui è percorsa l’opera pirandelliana, il lucidissimo Vitangelo Moscarda approda alla conquista di quella sofferta accettazione dell’incompletezza di se stessi che passa attraverso la via della rinuncia e della solitudine. La stessa che vuole seguire Serafino Gubbio, eliminando tutte le maschere, aspirando a quell’impassibilità che è disponibilità assoluta, regredendo fino a diventare uno spazio bianco. La crisi dell’io che si frantuma nel moltiplicarsi di prospettive e punti di riferimento conduce i protagonisti di questi due romanzi all’abbandono definitivo di ogni legame con la realtà.
«Studio la gente nelle sue più ordinarie occupazioni, se mi riesca di scoprire negli altri quello che manca a me per ogni cosa ch’io faccia: la certezza che capiscano ciò che fanno.»
Luigi Pirandello
nato ad Agrigento nel 1867, si laureò a Bonn in filologia nel 1891, rientrò in Italia e nel 1892 si trasferì a Roma, dove, introdotto da Capuana, iniziò la sua attività letteraria e teatrale. Nel 1903, l’improvviso crac finanziario della famiglia distrusse l’equilibrio mentale già fragile della moglie e ridusse lui a pensare al suicidio; si risollevò poi grazie al suo lavoro d’insegnante e dedicandosi sempre più intensamente alla scrittura. Nel 1934 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura. Morì a Roma nel 1936. Di Luigi Pirandello la Newton Compton ha pubblicato Sei personaggi in cerca d’autore; L’umorismo; L’esclusa; Il fu Mattia Pascal; Uno, nessuno e centomila e Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Questa sera si recita a soggetto e Ciascuno a suo modo, oltre al volume singolo I romanzi, le novelle e il teatro.